Indizio n.193 Bibbia CEI 2008: “Termini modificati tanto per cambiare. La costante è sempre invertire la rotta rispetto alle traduzioni degli ultimi secoli. Presunzione? No, è solo CEI 2008. Malachia 3,17b” di INVESTIGATORE BIBLICO

Un altro errore della Bibbia CEI 2008 importante per dimostrare nuovamente come la superficialità dei neotraduttori pare non smentirsi.

Un errore da vocabolario.

E l’evidenza che la prassi non miri alla ricerca del significato vero del Testo Sacro, ma ad un semplice e forzato cambiamento. Con buona pace di chi nei secoli passati (vedi San Girolamo) si è prodigato per rendere giustizia ai Testi Originali. 

Andiamo all’errore. 

CEI 1974: “Avrò compassione di loro come il padre ha compassione del figlio che lo serve(Malachia 3,17b)  

Vulgata: “et parcam eis, sicut parcit vir filio suo servienti sibi(Mal 3,17b) – (parcam significa “avere riguardo o misericordia nei confronti di qualcuno”) 

Bibbia Martini: “ed io sarò benigno con essi, come un uomo è benigno verso di un figliuolo, che lo serve(Mal 3,17b) 

Bibbia Ricciotti: “e li tratterò con tutta quella indulgenza con cui un uomo tratta il figlio che lo serve(Mal 3,17) 

Nella LXX il termine è “AIRETIZEI da “AIRETIZO” che significa “essere indulgente”.  

CEI 2008: “Avrò cura di loro , come il padre ha cura del figlio che lo serve(Mal 3,17b)

Come di consueto, le traduzioni pre-2008 rasentano più o meno lo stesso significato (compassione, benignità, indulgenza, misericordia), al contrario la CEI 2008 utilizza il termine “cura”. 

Analizzando il testo ebraico, il termine in questione è “HEMELAH”, ossia “avere compassione”. Stesso termine che compare in Genesi 19,16 e Isaia 63,9

Concordo che non ci troviamo a un caso tragico, ma tra “avere compassione” ed “avere cura” il significato cambia.

Una domanda.

Se perdiamo il legame stretto con i testi originali, un domani cosa saranno le traduzioni?

Investigatore Biblico