Indizio n.181 Bibbia CEI 2008: “Sap 2, 23-24: la nuova traduzione stravolge il senso della frase. Il cambio del pronome per non parlare del demonio”di DIACONO CLAUDIO

Stavo riflettendo su alcuni articoli di cronaca socio-politica che riportavano il desiderio di qualche amministratore e di alcuni politici di introdurre norme di legge sul fine vita per rendere possibile l’eutanasia e il suicidio assistito e consideravo che la battaglia politica per introdurre “nuovi diritti dell’uomo” sia, spesso, all’insegna della morte.

Aborto, liberalizzazione delle droghe, eutanasia, suicidio sono tutti, in maniera diretta o indiretta, presunti diritti collegati alla morte.

Di pensiero in pensiero, è così che mi sono trovato a leggere i versetti del libro della Sapienza che svelano il rapporto Dio – creazione – uomo – morte (Sap. 2, 23-24) e ho notato con stupore che la traduzione CEI 2008 stravolge il senso della frase non solo rispetto a CEI 1974 ma anche alla Vulgata, al Martini e al Ricciotti.

CEI 2008

23Sì, Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità,

lo ha fatto immagine della propria natura.

24Ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo

e ne fanno esperienza coloro che le appartengono.

CEI 1974

23Sì, Dio ha creato l’uomo per l’immortalità;

lo fece a immagine della propria natura.

24Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo;

e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono.

Vulgata

23Quoniam Deus creavit hominem in inexterminabilem

et ad imaginem similitudinis suae fecit illum;

24invidia autem Diaboli mors introivit in orbem terrarum;

imitantur autem illum, qui sunt ex parte illius.

Martini

23Imperocchè Dio creò l’uomo per la incorruzione,

e lo fece a sua immagine, e somiglianza.

24Ma per l’invidia del diavolo entrò nel mondo la morte.

25E lui imitano quelli che a lui appartengono.

Ricciotti

23Dio invero creò l’uomo per l’immortalità, e lo fece ad immagine della sua propria natura. 24Ma per invidia del diavolo entrò la morte nel mondo, 25e l’assaggeranno quei che a lui appartengono!

Paragonando CEI 2008 alle altre traduzioni mi è sorto il sospetto che, anche in questo caso, i nuovi traduttori si siano lasciati guidare dalle proprie “perversae cogitaziones”:

la pervicace volontà di cambiamento rispetto alla “Tradizione”, la personale allergia a parlare del diavolo e, per essere “politicamente corretti”, il rifuggire dall’accostare empi – morte – diavolo.

p. s. Non conoscendo il greco lascio ai vostri commenti se l’analisi del testo della Septuaginta conferma l’errore di traduzione di CEI 2008.

23ὅτι ὁ θεὸς ἔκτισεν τὸν ἄνθρωπον ἐπ’ ἀφθαρσίᾳ καὶ εἰκόνα τῆς ἰδίας ἀϊδιότητος ἐποίησεν αὐτόν 24φθόνῳ δὲ διαβόλου θάνατος εἰσῆλθεν εἰς τὸν κόσμον πειράζουσιν δὲ αὐτὸν οἱ τῆς ἐκείνου μερίδος ὄντες

Claudio, diacono